Nato a Plantigrad il 4 luglio 1973, attualmente vive a Legoland.
Linee guida: liceo classico, laurea in lettere moderne.
Dalle superiori ho iniziato una lunga e dolorosa stagione di scrittura, vissuta fin dall’inizio come necessità e urgenza. Interessato a tante cose, mi è stata per molto tempo la strada privilegiata per parlare a me stesso e mondo esterno. Una proliferazione di liriche impressionante, per anni.
Ma perché si? Non sono mai riuscito a capire fino in fondo la domanda sebbene me la sono posta per un lungo arco di tempo, e nemmeno mai a darmi una risposta. Ma chiedendo a un volatile il perché del suo volo, ugualmente ho avuto risposta.
So dirvi che non finirò mai di incuriosirmi, di cercare di capire, interpretare e costruire me stesso, figura in cui molto spesso non mi riconosco.
Ma cosa mi dà tormento? Tutto. Sono infiniti binari, linee tese senza fine, fili senza radice che mi attraversano nel pensiero, pieni di idee e progetti che prima o dopo vorrei affrontare. Oltre alla confusione mentale e ai salti di palo in frasca, materialmente ho una scatola di scarpe piena di foglietti, poesie in cantiere da 3-4 anni, che aspettano tasselli mancanti per star su in piedi da sé.
Faccio di tutto per farmi il mio mondo, non trovando grandi affinità con il precostituito.
Rimango infatti stupefatto di fronte alla disintegrazione odierna del nostro vivere e dal suo eccessivo apparire sotto mentite spoglie, alla costruzione dell’arte a tavolino, alle cose che “funzionano” e che la gente, studiata nei sondaggi, ama e richiede.
E alla esagerata offerta di evasione e di consolazione che i mezzi di informazione e di cultura diffondono, cerco di rispondere scrivendo cose che facciano pensare e riflettere. Ciò è merito della letteratura del 900, ed io non faccio altro che provare a inserirmi in questo filone, cercando nuove strade, verso una poesia moderna ed attuale.
Vivo in un vuoto esistenziale che riempio col tempo progettuale, con le cose che non capisco e metto in bianco questi buchi neri epistemologici, mostrando le soluzioni che io stesso non ho.
E provo quindi a costruirmi il mio mondo, se questo che ho non mi si addice.
Così vivo con la stessa intensità il lavorare la vetroresina, il saldare a elettrodi rutilici, il piegare il legno, l’alzare pesi, lo scrivere.
Con la poesia ho avuto dei premi (Premio Radio2-Caterpillar, premio Leone di Muggia, premio Trieste Oggi, premio della critica Ossi di Seppia), qualcuna delle liriche è comparsa all’inizio di romanzi, altre son finite in Radio. Qualcuna ancora, travestita e smontata, è diventata canzone.
Ma non pensate male di me, queste cose danno gioia e un momentaneo orgoglio ma non creano presunzione.
Ma poi, come raccontarvi di me, se non vi dico che ho realizzato un mio alter ego, Bilo Nerchia, musicista, e gli ho fatto fare 12 album di mouse music, ho armato Viktor Cogoma di pennello e l’ho fatto diventare l’ennesimo fallito pittore digitale. Il progetto cinematografico gli 8mm scarsi di Johnny Focus giace invece nel cassetto, così come la linea e la collezione di moda di Sugàr Les Strass. E chissà quanti altri ne avrei generati…
Il mio tempo è un tempo molto dilatato e il misto tra ieri e oggi che fa minestra indistinguibile, è condizione perenne che ho dovuto imparare a mie spese a riconoscere, e a conviverci con.
Ed è quindi la mia una biografia (che di solito è fatta di passato presente futuro), in cui queste categorie del pensiero io non governo e anzi subisco. Sono in grado di affermare che non sono padrone del mio tempo e nemmeno del mio spazio e una semplice domanda quale “ma cosa vuoi fare tu, nella vita?” può far scricchiolare il mio castello di carte di ghiaccio. Posso solo dire che io sono perché ho una vita sotterranea, superflua, piena di idee, e poco importa che debba viverla proprio così.
E’ una strada non rettilinea, piena di ostacoli, scorciatoje, accelerazioni improvvise, sacche interminabili, piena di se, vuota di sé, piena di ma.
E so che non sarei mai stato io né sono me senza Silvia e nemmeno neanche un po’ il padre che sono senza Celeste.
Ma, del resto, non ditemi che volevate sapere semplicemente come ho guadagnato il pane in questi anni?